Giovanni Cappelli biografia
GIOVANNI CAPPELLI BIOGRAFIA

Giovanni Cappelli è stato un pittore e un disegnatore italiano.
Nasce a Forlì nel 1923 e viene inizialmente avviato all'apprendistato come falegname. Tuttavia il suo amore per la pittura e il disegno avranno la meglio e lo porteranno all'età di diciassette anni ad iscriversi al liceo artistico di Bologna. In un'intervista Giovanni Cappelli racconta che l'amore per l'arte nacque in lui quando da bambino, insieme ad altri suoi coetanei, frequentava l'Abbazia di Santa Maria del Monte e di come per lui fu destinico l'incontro con il pittore Pino Conti che a volte chiedeva ai bambini di posare per le sue opere.
Al termine del liceo Giovanni Cappelli prosegue gli studi artistici frequentando la Scuola Libera del Nudo di Virgilio Guidi presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città.
Nel 1947 si trasferisce a Torino dove entrerà nella cerchia dell'amico e pittore Sughi, uno dei massimi esponenti del realismo italiano del Novecento. Sotto la guida del suo amico e mentore, Giovanni Cappelli inizia ad approfondire la già innata capacità di cogliere i sentimenti e i significati che si celano dietro ad aspetti della vita quotidiana e reale per trasporli nei suoi dipinti e nei suoi disegni.
Nel 1949 si trasferisce a Roma dove si unisce ben presto agli artisti del Gruppo del Portonaccio, di cui facevano parte anche personaggi eccellenti come Muccini e Vespignani. A partire dagli anni Cinquanta, Giovanni Cappelli inizia la sua consacrazione, mostrandosi al pubblico nell'ambito di iniziative importanti a Milano e a Venezia. Nel 1953 si tiene la prima mostra personale alla Galleria Bergamini di Milano e solo un anno più tardi vince il Premio Vado Ligure e il Premio Antonietta Capitini. Nel 1956 partecipa alla XXVIII Biennale di Venezia, con un riscontro così importante che questa manifestazione è stata un vero e proprio trampolino di lancio anche a livello internazionale. Basti pensare che dopo la Biennale, partecipa alla Rassegna del Disegno Realista Italiano, tenutasi a Mosca e a Leningrado l'anno seguente, nonché alla Mostra della Giovane Pittura Europea a Varsavia.
Da quando smette di far parte del Gruppo del Portonaccio negli anni Cinquanta a quando fonda il Gruppo Coop. 77 Arti Visive alla fine degli anni Settanta, il suo stile cambia notevolmente, senza perdere però quel tratto di unicità e personalizzazione che lo renderà riconoscibile dagli altri artisti contemporanei anche dopo la fine della sua carriera. Con il Gruppo Coop. 77 Arti Visive, la sua pittura e il suo disegno iniziano ad essere connotati da una vena polemica nei confronti della mercificazione dell’arte e della cultura, che era diventata una pericolosa tendenza di quegli anni. Se, all’epoca del Gruppo del Portonaccio, Giovanni Cappelli aveva dato vita ad una pittura realista prevalentemente svolta su tematiche rurali, influenzata dai suoi mentori, a partire da metà del secolo scorso inizia ad accostarsi al realismo esistenziale, grazie all’amicizia e alle varie collaborazioni con Giuseppe Banchieri, Gianfranco Ferroni e Tino Vaglieri. In questa fase, i soggetti rurali vengono sostituiti dai dettagli della vita quotidiana e le tematiche sociali, fino ad approdare ad un dibattito politico in chiave rigorosamente polemica, che lo vede dedicarsi alla rappresentazione di ambienti degradati e malfamati delle periferie delle città metropolitane in cui ha vissuto nel corso della sua carriera, come Roma e Milano. La sua manualità, del resto, lo portano ad essere un grafico attento alle geometrie, ai colori e alle forme.
Uno dei dipinti maggiormente espressivi della sua arte e delle sue doti è senza dubbio "Lavandaie al fiume", dipinto datato 1955. Questa opera è l'emblema dell'arte rurale a cui si è sempre ispirato durante tutta la sua carriera artistica. Il dipinto, infatti, ritrae momenti di vita quotidiana e umile, esattamente com'era la sua derivazione familiare. I soggetti delle sue opere, almeno fino agli anni Sessanta, sono figure appartenenti ad ambienti di una povera vita popolare, di carattere bracciantile e marinara, e "Lavandaie al fiume" è espressione di questa sua particolare vocazione. Molte sono le mostre e le esposizioni dedicate a Giovanni Cappelli. L'apprezzamento per questo artista va al di là del territorio in cui si è formato ed è cresciuto artisticamente ma si è espanso in tutta Italia e spesso anche oltre i confini nazionali. Le critica, infatti, sia nazionale che internazionale, gli ha riservato da sempre una particolare stima, legata alle sue capacità artistiche oltre che umane. Pochi anni prima della sua morte, esattamente nel 1989, si è tenuta a Palazzo dei Diamanti di Ferrara la sua più importante mostra personale, occasione per molti critici d'arte che da decenni erano al suo seguito, di sottolineare le doti artistiche di Cappelli.
Giovanni Cappelli si spegne nel 1993 a Bogliaco.