Vincenzo AGNETTI | Opere e biografia
BIOGRAFIA![]() Vincenzo Agnetti è stato un artista e poeta milanese ed è considerato uno dei massimi esponenti dell'arte concettuale italiana. Vincenzo Agnetti nasce a Milano il 14 Settembre del 1926. Nel capoluogo lombardo si diploma all'Accademia di Brera e frequenta la scuola del Piccolo Teatro, dove, intorno ai 20 anni, conosce Bruna Soletti che diventerà presto sua collaboratrice e compagna di vita. Inizia il suo percorso artistico nell'ambito della pittura informale e della poesia. Delle opere giovanili di Vincenzo Agnetti è rimasto, purtroppo, ben poco. Nel 1962 si trasferisce con la famiglia in Argentina per lavorare nel settore dell'automazione elettronica. Mantiene i rapporti con il mondo artistico milanese e specialmente con Piero Manzoni, con il quale avvia un intenso scambio epistolare. Quello argentino è un periodo ben poco prolifico per l'arte di Agnetti, demotivato dal distacco da casa e dai frenetici ritmi di lavoro. Abbandona definitivamente l'Argentina nel 1967 e torna finalmente a Milano, dove si riaccende la sua sconfinata passione per l'arte. Compirà altri viaggi (in Norvegia, in Qatar e negli Stati Uniti), ma resterà solidamente ancorato alla sua città natale per tutto il resto della vita. Nel capoluogo lombardo, Vincenzo Agnetti riallaccia i contatti con Vanni Scheiwiller, celebre critico d'arte ed editore del tempo. É proprio nella collana DeNarratori di Scheiweller che pubblica il romanzo Obsoleto, un'opera rivoluzionaria ed estremamente criptica, con numerose incursioni grafiche. Questo romanzo segna l'inizio di un lavoro di riflessione e ridiscussione del linguaggio e della parola. Le opere di Vincenzo Agnetti, infatti, mirano a sovvertire i canoni della fruizione tradizionale, approdando ad un'arte di matrice rigorosamente concettuale Sempre nel 1967, ha luogo la sua prima mostra, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, dove espone l'opera Principia, con la quale cerca di rappresentare visivamente l'ambiguità del linguaggio. Nel 1968 una delle opere di Vincenzo Agnetti viene esposta alla Galleria Visualità. Si tratta della suggestiva Macchina Drogata, una calcolatrice Olivetti dove i numeri sono stati sostituiti dalle lettere dell'alfabeto. Nel 1970, utilizzando le conoscenze e le esperienze maturate dal suo precedente lavoro in Argentina, crea la scultura Neg, con la quale aspira a "vitalizzare il negativo". Il Neg è un giradischi stereofonico modificato in modo da bloccare il segnale del suono. Questa modifica dovrebbe permettere al fruitore di ascoltare le pause della musica e di assaporare il silenzio. Agli inizi del 1971, Vincenzo Agnetti espone alla Galleria Blu di Milano una serie di feltri e assiomi, inaugurando una nuova fase artistica. I feltri sono essenzialmente dei pannelli incisi a fuoco o dipinti con del colore, raffiguranti ritratti e paesaggi. Gli assiomi, invece, sono delle lastre di bachelite trattate con colori ad acqua o nitro. Nel 1972 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia (replicherà l'esperienza nel 1974, 1976, 1978 e 1980). Nello stesso anno è invitato a Documenta 5, a Kassel. Nel 1973 l'opera di Vincenzo Agnetti Tempo Azione viene esposta alla Galleria Verna di Zurigo. Si tratta di una serie di sette disegni che aspirano a confinare nello spazio il concetto di tempo. Nel medesimo periodo, Vincenzo Agnetti apre uno studio a Manhattan, dove si recherà spesso nei successivi anni. Nel 1975, nella Galleria Feldman di New York, si tiene la sua prima mostra statunitense. Nel 1978 pubblica Machiavelli 30, un'antologia poetica corredata di immagini delle sue opere. Vincenzo Agnetti muore a Milano il 1 settembre del 1981 |