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Giuseppe Ajmone

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GIUSEPPE AJMONE OPERE


GIUSEPPE AJMONE BIOGRAFIA




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Giuseppe Ajmone nasce a Carpignano Sesia nel 1923, da Piero Ajmone e Natalia Geranzani. E' in questa piccola cittadina che trascorre i primi anni della sua infanzia.

A seguito della morte della madre, avvenuta nel 1931, Ajmone si trasferisce assieme al padre a Novara dove inizia il suo percorso di formazione artistica. Iscritto al Liceo Ginnasio "Collegio Gallarini", nel 1937 inizia a disegnare presso lo studio dell'allora noto scultore Riccardo Mella. Grazie agli insegnamenti del suo maestro acquisisce la prima esperienza nel disegno e nel modellato.

Poco prima di finire questo ciclo di studi, rimane orfano anche di padre, a seguito di un grave incidente automobilistico nel gennaio del 1941.

Pochi mesi dopo, ottenuto il diploma all'Istituto Magistrale, Giuseppe Ajmone viene ammesso all'Accademia delle Belle Arti di Brera, a Milano. Nella città meneghina, grazie alla scuola di affresco di Achille Funi, scoprirà il classicismo italiano, mentre, grazie ai corsi di pittura di Carlo Carrà, si avvicinerà al Futurismo.

Gli anni trascorsi a Milano hanno significato anche l'incontro con numerosi artisti, che sono stati fondamentali nella crescita artistica del pittore: da Bruno Cassinari a Ennio Morlotti, da Roberto Crippa a Piero Giunni. Con alcuni, come Cassinari, condividerà anche lo studio nel centro storico della città.

Il quartiere di Brera, che Giuseppe Ajmone inizia a frequentare con assiduità, rappresenta un punto di incontro nevralgico della cultura di quegli anni. La Galleria Il Milione, ad esempio, diventa un luogo di riferimento in cui far fermentare le arti.

Proprio negli anni passati a Milano, l'artista si avvicina al Post-Cubismo, anche se reinterpretato in maniera personale. In quegli anni, infatti, quello stile rappresenta un punto di rottura con la cultura autarchica del regime fascista. Post-cubismo è sinonimo di libertà e di desiderio di ricostruire.

Nel dicembre del 1945 nasce la rivista d'arte Argine, di cui Giuseppe Ajmone è uno dei fondatori: lo scopo del giornale è quello di documentare l'importante momento artistico che la città meneghina sta vivendo. L'impegno sociale e artistico del pittore culminerà con la sottoscrizione del Manifesto del Realismo, noto anche con il nome Oltre Guernica (dal nome del celebre quadro di Pablo Picasso), pubblicato sulla rivista nel 1946, in cui si rinnova l’impegno politico dell’arte.

Questi sono anni ricchi di scambi culturali importanti. Degna di nota è la collaborazione tra Giuseppe Ajmone e la casa editrice Einaudi, di cui cura non solo l'impaginazione, ma anche le copertine e le sopraccoperte dei libri illustrate da artisti contemporanei. Per ogni libro veniva scelto un artista diverso (di solito erano giovani pittori che Ajmone aveva conosciuto a Brera), il quale, dopo aver letto il libro, era incaricato di illustrarne la copertina e la sopraccoperta. In questo modo, iniziano a comunicare due mondi solo apparentemente distanti, quello della scrittura e quello della pittura, con risultati sorprendenti anche per Einaudi.
E' presso la casa editrice che l'artista fa la conoscenza di illustri scrittori, come Italo Calvino e Cesare Pavese.

Il 4 maggio 1946 si sposa con Maria Angela Barzizza e si trasferisce in provincia di Alessandria, dove nascerà la primogenita nel 1947.

Nel 1948 Giuseppe Ajmone partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia per la "XXIV Esposizione Internazionale d'arte". Sarà solo la prima di una lunga serie di partecipazioni alla famosa Biennale.

E' proprio in occasione di questa manifestazione che nel 1951 vince il "Premio Senatore Borletti": si tratta di un riconoscimento prezioso per la sua carriera, in quanto lo rende noto nel panorama artistico nazionale. Trasferitosi assieme alla famiglia a Milano nel 1953, il pittore espone le sue opere alla "Mostra di pittura italiana moderna" alla Galleria di Pittura. Assolutamente degna di nota è l'introduzione del catalogo a firma di Salvatore Quasimodo.

Nel 1954 realizza la prima mostra personale alla Galleria Il Milione, che l'artista aveva tanto frequentato da giovane.

Lo studio in Via Sant'Agnese a Milano, immerso nel verde, segnerà le caratteristiche delle sue opere di quegli anni: la natura diventa la protagonista dei suoi quadri degli anni Cinquanta. Quella che dipinge è una natura costretta tra i muri della città, che spinge verso l'alto alla ricerca della luce.

Oltre che ai paesaggi e alle nature morte, Giuseppe Ajmone si interesserà anche dei nudi, soprattutto nella seconda parte della sua vita artistica, a partire dalla metà degli anni Sessanta fino alla sua morte. Nel 1982 espone la famosa serie di opere dei grandi nudi annegati (ispirata ad un fatto di cronaca del suo paese d'origine) al Palazzo della Permanente di Milano, poi esposti anche a Villa Marazza di Borgomanero e a Palazzo Robellini di Aqui Terme.

Gli anni Novanta, invece, sono quelli delle mostre collettive. L'ultima mostra risale all'ottobre 2004 presso la Galleria Montrasio di Milano.

Giuseppe Ajmone muore a Romagnano Sesia, dove ha vissuto fino all'8 aprile 2005.



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